La valutazione di titoli di debito è un importante filone di ricerca dell’economia finanziaria. Si osservano numerosi contributi alla modellistica da un punto di vista teorico, mentre i contributi empirici che si pongono l’obiettivo di testare tali modelli sono tuttora poco numerosi. Recentemente si è assistito ad un significativo sviluppo dei modelli in forma ridotta. Tale approccio assume che una volta raggruppati i titoli di debito, secondo categorie omogenee di rating (AAA, AA, ecc.), si stimino i parametri che caratterizzano il modello, con un approccio del tutto simile a quello adottato per la struttura dei tassi di interesse: l’intensità o frequenza di default e il valore di recovery in caso di default. Tali parametri vengono poi utilizzati ai fini del calcolo del prezzo teorico del titolo per ogni gruppo.
Un filone rilevante della letteratura si sta focalizzando sull’impatto dovuto ai fattori macroeconomici e alle caratteristiche fondamentali delle società che emettono titoli di debito, sui credit spreads che si osservano sul mercato e quindi sulle probabilità di default.
Duffie and Wang (2004) osservano che la struttura dei credit spreads e delle probabilità di default riflette l'andamento di variabili esplicative quali il rapporto debito/attività (una variabile aziendale) e variabili macroeconomiche che identificano il business cycle del sistema economico: per esempio i credit spreads tendono ad “aprirsi” in periodi di recessione. Amato e Luisi (2004) mostrano che il livello delle attività reali e l’inflazione hanno un ruolo significativo nella determinazione del rendimento dei Treasury bonds e dei credit spreads, mentre, al tempo stesso, un ruolo importante è giocato dai fattori latenti, nella descrizione delle variazioni degli spreads tra titoli con diverse scadenze.
L’intensità di default viene assunta come un processo continuo che dipende, secondo una struttura affine, da variabili di stato. Si assume che alcune delle variabili che determinano l’andamento dell’intensità siano direttamente osservabili (fattori macroeconomici, variabili che descrivono i fondamentali aziendali) mentre altre non lo siano. Il filtro di Kalman viene utilizzato in letteratura ai fini della stima della struttura dei credit sperads.
Il principale obiettivo del progetto di ricerca consiste nell’analizzare empiricamente come i fattori macroeconomici e le variabili fondamentali aziendali influiscano sulla struttura dei credit spreads del mercato corporate, sia europeo che americano. La ricerca empirica finora condotta si è concentrata principalmente sul mercato nord americano. Tuttavia, il mercato obbligazionario corporate europeo offre diversi spunti di ricerca. Eventi macro come la recente integrazione del mercato europeo con l’introduzione della moneta unica ha prodotto cambiamenti strutturali e ha consentito un rapido processo di integrazione e armonizzazione fra i mercati obbligazionari, impattando quindi sui credit spreads dei titoli, che vengono misurati come differenza fra rendimento dell’obligazione e rendimento di un titolo governativo benchmark. Un altro aspetto interessante riguarda l’effetto liquidità sul prezzo dei corporate bonds, data la presenza di titoli poco trattati sul mercato europeo.