Produzione domestica in un contesto di modelli familiari collettivi: separabilità e publicness del prodotto domestico

Data inizio
1 gennaio 2005
Durata (mesi) 
12
Dipartimenti
Scienze Economiche
Responsabili (o referenti locali)
Menon Martina

Evidenze statistiche mostrano che le donne hanno in media tassi di partecipazione al mercato del lavoro più bassi e ricevono in media salari più bassi rispetto agli uomini. Dall’altra parte, la moglie dedica più tempo al lavoro domestico non pagato rispetto al marito. Quindi, le donne contribuiscono meno al reddito da lavoro rispetto al marito ma forniscono indirettamente ricchezza alla famiglia attraverso il lavoro domestico. Dal punto di vista teorico, Chiappori (1997) e Apps e Rees (1997) mostrano che in un contesto collettivo l’allocazione del tempo tra lavoro pagato e produzione domestica ha rilevanza in termini di divisione delle risorse e che quindi il consumo del tempo libero non può essere derivato dalla sola misura del lavoro retribuito. Inferire la regola di condivisione delle risorse tra i membri della famiglia assumendo che tutto il tempo non dedicato al lavoro retribuito è pure leisure è probabile che dia risultati non soddisfacenti: una porzione del tempo definito come tempo libero in realtà è dedicato alla cura della casa, dei figli o degli anziani. Questa produzione quindi può essere acquista o venduta a un prezzo monetario di mercato all’interno della famiglia.
Aziende-agricole e piccole imprese familiari sono un caso studio interessante. Queste due tipologie di famiglia riproducono le caratteristiche di una società a livello micro. L’approccio di equilibrio generale per modellare la micro società famiglia è un potente strumento per descrivere il comportamento dell’azienda e della famiglia e poter valutare l’impatto di politiche economiche e sociali sul benessere della famiglia e dei suoi componenti. In un modello collettivo ogni famiglia può essere considerate un’impresa che produce beni domestici trasformando fattori che sono in parte beni non di mercato. Il modello famiglia-impresa è generale in quanto descrive la famiglia come coinvolta sia nella produzione che nel consumo. A livello familiare, le decisioni di produzione e consumo potrebbero non essere separabili. La recursività tra le decisioni di produzione e consumo è assicurata dal comportamento razionale della famiglia in presenza di mercati completi. Se la separabilità è mantenuta, il programma di equilibrio della famiglia è recursivo. Le decisioni di produzione non sono influenzate dalle dotazioni della famiglia, dalle preferenze dei suoi componenti e dalle caratteristiche demografiche. Dall’altra parte, le decisioni di consumo dipendono dalle scelte di produzione in quanto i profitti entrano nella composizione del vincolo di bilancio della famiglia.
Da un punto di vista teorico, ha importanti implicazioni sulla struttura del modello di ottimizzazione della famiglia se i beni domestici prodotti dalla famiglia hanno un mercato. Se i mercati sono completi, potenzialmente la produzione domestica può essere venduta sul mercato o lo stesso bene e servizio può essere acquistato sul mercato a un dato prezzo. Dato che le famiglie sono price takers per ogni bene incluso il lavoro, le decisioni di produzione sono prese indipendentemente dalle decisioni di consumo e di offerta di lavoro. Se i mercati sono incompleti, il prezzo del bene domestico è endogeno alla famiglia e la proprietà di separazione tra produzione e consumo non è più mantenuta. In entrambi i casi, il valore del lavoro non impiegato fuori dalla famiglia è implicito. Nel caso di mercati perfetti il valore del lavoro è deducibile oggettivamente dal valore del prodotto marginale. Nel caso di assenza di mercati il valore del lavoro potrebbe essere imputato al costo opportunità. Chiappori (1997) mostra che i due casi portano a due diverse strategie di identificazione della sharing rule entrambe testabili. Chiappori mostra che se l’offerta di lavoro domestico e di mercato sono entrambi osservabili e il bene domestico è un sostituto dei beni di mercato le preferenze degli sposi e il risultato del processo decisionale può essere completamente identificabile a meno di una costante. Inoltre, restrizioni testabili sull’offerta di lavoro domestico e di mercato posso no essere derivate. Quando il prezzo del bene domestico è endogeno alla famiglia, rendimenti costanti di scala della funzione di produzione devono essere imposti per identificare la regola di condivisione delle risorse a meno di una funzione additiva.
Recenti lavori empirici (Benjamin 1992, Lambert and Magnac 1993, Udry 1996, Pavoni and Perali 2000) mostrano che le decisioni di produzione dipendono dalle preferenze e dalle dotazioni della famiglia rigettando l’assunzione di separabilità sia in modelli statici che dinamici. La simultaneità nel processo decisionale è evidente anche in assenza di fallimenti di mercato quando per esempio lo stesso input, come il tempo, è diviso tra la famiglia e la produzione domestica. Imperfezioni nel mercato del lavoro, credito e della terra sono comunemente osservati in lavori empirici.
Solo pochi lavori empirici fino ad ora hanno tentato di introdurre in modelli econometrici la produzione domestica in modo rigoroso, includendo sia un set-up teorico che la stima empirica. Alcuni nuovi risultati sono stati recentemente ottenuti, nel caso di beni di mercato (Bourguignon and Chiuri, 2005) e nel caso di beni non di mercato (Rapoport et al. 2003 and 2005, Rapoport and Sofer 2004).
Molti quesiti necessitano di ulteriore ricerca, a la disponibilità di informazione circa l’uso del tempo fornisce uno strumento importante per stimare e testare modelli collettivi che meglio rappresentano il comportamento della famiglia. Le famiglie differiscono per le preferenze, per il processo contrattuale, per le tecnologie di produzione e nel livello di privateness con cui i beni prodotti sono goduti dai suoi membri (Barten 1964, Lewbel 1985, Perali 2003, Browning et al. 2004). Le famiglie differiscono inoltre sia nella trasformazione tecnologica sia nel grado con cui i beni sono divisi tra i suoi membri. L’eterogeneità della tecnologia familiare incorpora importanti informazioni che possono aiutare l’identificazione della sharing rule (Browning et al. 2004).
Inoltre è importante capire che il processo di produzione domestica non è completamente caratterizzato se le tecnologie familiari non sono correttamente prese in considerazione. Un rilevante quesito è se variabili esogene della produzione domestica assieme alle variabili monetarie, per esempio salari e redditi non da lavoro, o distribution factors influenzano la regola di condivisione delle risorse. Un ulteriore importante quesito è la natura privata o pubblica della produzione domestica. Chiappori (1997) e Donni (2004) assumo che è consumata privatamente da ciascun individuo della famiglia. Se il bene domestico è consumato pubblicamente all’interno della famiglia allora la strategia di identificazione della regola di condivisione delle risorse e diversa. Couprie (2004), usando i dati panel inglesi, mostra che è possibile stimare un modello collettivo del tempo libero generalizzato alla produzione domestica di un bene pubblico. I risultati teorici ed empirici ottenuti dalla letteratura fino ad ora possono essere estesi in altre direzioni: 1) studiare empiricamente e teoricamente il quesito della natura del bene domestico, ossia se è un bene di mercato oppure no; 2) l’analisi della produzione domestica nel caso di famiglie agricole può essere testata utilizzando i dati Ismea e Istat sui bilanci delle famiglie italiane; e 3) Testare empiricamente la natura di separabilità della produzione domestica dalle scelte di consumo della famiglia in un contesto di modelli collettivi.

Enti finanziatori:

Finanziamento: assegnato e gestito dal Dipartimento

Partecipanti al progetto

Martina Menon
Professore associato
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